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Una vita intera tour 2024, Fabrizio Moro

Dopo la prima data-evento del 2024 di sabato 25 maggio al Palazzo dello Sport di ROMA, FABRIZIO MORO sarà protagonista di “UNA VITA INTERA TOUR 2024”, che ad agosto lo porterà a esibirsi in tutta Italia.

Queste le prime date live estive, prodotte e organizzate da Friends & Partners:
02 agosto – L’AQUILA – NELL’OMBRA DELLA MUSICA ITALIANA
08 agosto – FORTE DEI MARMI (LU) – VILLA BERTELLI
09 agosto – CORCIANO (PG) – SUONI CONTROVENTO
17 agosto – ACRI (CS) – ANFITEATRO
18 agosto – MESAGNE (BR) – IOD FESTIVAL
20 agosto – PESCARA – TEATRO D’ANNUNZIO
23 agosto – CIRÒ MARINA (KR) – KRIMISOUND FESTIVAL
28 agosto – CATANIA – VILLA BELLINI
29 agosto – PALERMO – TEATRO DI VERDURA

I biglietti per le nuove date sono disponibili in prevendita su TicketOne.it e nei punti vendita e nelle prevendite abituali (info su www.friendsandpartners.it).

Durante i live, Fabrizio Moro emozionerà il pubblico, accompagnandolo in un viaggio musicale attraverso tutti i brani più rappresentativi del suo percorso artistico. 

Sul palco sarà accompagnato da: Danilo Molinari e Roberto “Red” Maccaroni alle chitarre, Luca Amendola al basso, Alessandro Inolti alla batteria e il Maestro Claudio Junior Bielli al pianoforte.

RTL 102.5 è Radio Ufficiale del tour.

In una sera di pioggia’, il nuovo libro di Mary Fitt

In arrivo l’1 maggio nelle librerie. L’autrice è Mary Fitt. Jake Seaborne, uno studente di medicina in vacanza, sta girando in auto per la campagna inglese quando viene sorpreso da un violento temporale e rimane in panne. Proseguendo a piedi per un sentiero, raggiunge un grande cancello aperto i cui pilastri sono sormontati da curiose statue di animali. L’imponente dimora che sorge alle sue spalle ha l’aria semidisabitata e vagamente sinistra, ma il giovane, ansioso di trovare riparo, decide di chiedere ospitalità.

Atteggiamento ostile

L’accoglienza che riceve è a dir poco strana, perché le persone della casa hanno un atteggiamento ostile anche se voci carezzevoli e soprattutto si comportano come se il suo arrivo fosse atteso. In realtà Jake, come scoprirà di lì a poco, è stato scambiato per Hugo, il figlio segreto che il defunto patriarca aveva avuto dalla prima moglie indiana e che ora è destinato a ereditare l’intera proprietà a scapito dei fratellastri. Costui si presenta alla villa il giorno successivo: è bello, seducente e desideroso di piacere, ma la sua presenza innescherà una serie di drammatici avvenimenti che culmineranno con il ritrovamento di un cadavere nel parco.

Treni, viaggi e musica

Immagine dal Web.

Treni, aerei, alloggi di ogni tipo, ristorazione: per il 94% degli italiani, spiega una ricerca Censuswide per Trainline, la musica contribuisce a costruire ricordi di viaggio.

È insomma una ragione più che fondata, anzi più profonda di molte altre, per organizzare un viaggio. E in alcuni casi trasformarlo in una piccola vacanza che naturalmente ruota intorno alla serata con uno dei propri artisti preferiti.

D’altronde, come aveva già confermato l’ultimo rapporto Siae relativo al 2022, gli italiani hanno speso oltre un miliardo e mezzo di euro solo per comprare i biglietti di concerti – nello specifico per la musica leggera 675 milioni – e spettacoli in genere. Senza dunque contare l’indotto economico necessario alla partecipazione.

E rispetto al periodo pre-pandemico è cresciuta in particolare proprio la partecipazione ai concerti di musica leggera, pop e rock ma anche jazz. Quell’anno si sono tenuti oltre 31mila eventi (+182% sull’anno precedente), una cifra che ha superato di gran lunga anche i dati del 2019 (+70%).

E se parte di questa crescita, spiegava la Siae, si poteva spiegare con la riprogrammazione dei concerti inizialmente previsti nel 2020 o nel 2021, c’è stata un’evidente voglia di partecipazione e di riprendere a viaggiare per la musica. Senza farsi scappare l’appuntamento dell’anno (almeno per i propri gusti). Nel complesso, a varcare la soglia di palazzetti, stadi, arene e locali sono stati quasi 20,9 milioni gli spettatori, con una crescita anche rispetto al 2019 di quasi otto milioni di spettatori (+65,7%).


La ricerca effettuata dall’istituto Censuswide tra il 2 e il 6 febbraio scorsi per Trainline (campione di 1.022 rispondenti che hanno viaggiato in treno negli ultimi 12 mesi) evidenzia inoltre che secondo un italiano su due le canzoni sono in grado di arricchire l’esperienza di viaggio permettendo di rilassarsi, mentre per il 40% dei rispondenti la musica permette di cominciare a immergersi nell’atmosfera del proprio itinerario. Non solo durante e dopo, insomma, ma anche prima.

Tornando ai viaggi espressamente organizzati per tuffarsi in un evento, il 61% degli italiani che ha preso treni nell’ultimo anno lo ha fatto anche per andare a un concerto. E con ogni probabilità questo trend continuerà anche nel 2024, considerate appunto le date appena citate, a cui potremmo aggiungere Simple Minds (con una serie di date tra aprile e giugno), Nickelback (2 giugno a Bologna) o Sam Smith (20 luglio a Lucca).

l’Indagine

Per l’indagine, il treno è la soluzione preferita specialmente quando si partecipa a un grande evento musicale: il 45% apprezza per esempio la possibilità di non doversi preoccupare di trovare (e magari pagare profumatamente) un parcheggio mentre per il 27% è invece il mezzo di trasporto più economico per raggiungere la destinazione. Anche il rispetto nei confronti dell’ambiente è un aspetto importante: per il 24% viaggiare in treno è un modo più sostenibile per spostarsi da un luogo all’altro.

I concerti muovono grandi masse di fan in giro per l’Italia e l’Europa ogni anno, è vero, ma oltre i singoli grandi appuntamenti ci si muove anche per scoprire la scena musicale di una città: il 31% degli italiani afferma infatti di aver organizzato un viaggio principalmente per concedersi concerti ed esibizioni, magari anche di dimensioni ridotte, mentre il 45% ha dichiarato che la scoperta dei cantanti attivi in modo più radicato e frequente in una certa città sia stata una vera sorpresa, cioè uno degli aspetti di interesse di un viaggio organizzato per altri scopi.

Mete ambite


Ma qual è la città con la migliore scena musicale? Il 36% dei rispondenti ha dichiarato Milano, capitale della trap, mentre il 20% Roma, che da Gazzelle a Fulminacci fino a Calcutta (che per la precisione è di Latina) e a Niccolò Contessa solo per fare qualche nome, continua a spiccare per il cosiddetto cantautorato indie. Terzo posto per Napoli, culla della musica neomelodica e nello stesso tempo di fenomeni assoluti come Geolier o Liberato, con il 14% di preferenze, e quarto posto per Bologna con il 9% di preferenze. Riguardo invece l’utilizzo di piattaforme di streaming in viaggio, quasi un italiano su due (48%) ne fa uso. Addirittura, il 76% ha dichiarato che sarebbe propenso a utilizzare una qualche funzionalità che fosse in grado di fornire consigli musicali personalizzati in base alla destinazione del proprio viaggio.

Un bel suggerimento per Spotify & co. La piattaforma guidata da Daniel Ek, in particolare, ha in effetti lanciato nel 2021 le classifiche locali per 200 grandi città del mondo incluse Roma, Milano, Napoli, Bologna e Torino aggiornate ogni venerdì in base agli ascolti della settimana nelle diverse città. Esistono ancora, ma non sono accessibili dall’applicazione né come playlist: per consultarle – lo può fare chiunque disponga di un account Spotify – bisogna collegarsi a spotify.charts.com. Al momento su Roma guida “I p’ me, tu p’ te” di Geolier, come su Napoli e Milano, mentre a Bologna la vetta spetta a “Tuta Gold” di Mahmood e a Torino “Sinceramente” di Annalisa.

Bono e The Edge. Un romanzo nato dopo il loro concerto a Kiev

Che Bono Vox sia da sempre al fianco di chi cammina dal lato sfortunato della società è di pubblico dominio. Laddove si scorga qualcuno che avanza solitario e oppresso, si può essere sicuri che Paul David Hewson troverà un modo per scendere dal suo marciapiede e raggiungerlo. In qualche modo troverà l’occasione per farlo.

Non è una questione di ingenuità, ma quando un personaggio ci mette la faccia è il momento di chiudere i sospetti in un cartone e tirarli fuori quando serviranno veramente, magari per qualcun altro non proprio corretto. Detto ciò, Il suo nome è Bono Vox è un romanzo di Mimmo Parisi pubblicato per i tipi di LINEA-R, pag. 260. Le motivazioni che hanno portato a questo affresco letterario sono radicate nella famosa visita/concerto tenuta da Bono e ‘The Edge’ a Kiev, quando scoppiò il conflitto russo ucraino.

La guerra

Ci sono tre ordini di cause che spingono alla guerra. Il primo è il controllo del territorio, poi gli interessi economici e infine l’odio reciproco. Mentre i primi sono espressione degli interessi delle classi dominanti, ovvero sono fattori che fanno da sfondo alle attività belliche (riguardano l’attività deprecabile di chi sfrutta la guerra per arricchirsi e/o aumentare il proprio potere politico, magari innalzando la vile bandiera del, “…Se non lo faccio io lo farebbe qualcun altro”), il terzo, cioè l’odio, spinge le masse a introiettare un congegno psicologico mefistofelico. 

Il suo nome è Bono Vox, la storia

Due fratelli ucraini, Sergey Denys, trascorrono la loro infanzia in un decrepito istituto dell’est, con l’unica distrazione di un vecchio film di Charlot, Il monello. Non amano quei muri che li separano dall’esterno, vagheggiano di essere accolti da un vagabondo come quello del film. Con l’amico Pyotr fanno l’esperienza di una fallimentare evasione. Ormai adolescenti sono adottati, il primo da un’aristocratica famiglia russa, il secondo da una ucraina.

Alcuni mesi prima che la Federazione Russa invada l’Ucraina, perdono i contatti. Sotto il chiasso malefico delle bombe, Denys incontra Alexandra, la ragazza che gli dà un motivo per non correre sbigottito contro il fuoco nemico. Intanto il vocalist Bono Vox e il chitarrista ‘The Edge’, attirano l’attenzione mondiale sull’invasione dell’Ucraina. Nello scenario disperato del conflitto, i due fratelli riescono inaspettatamente a incontrarsi; emozionati rivedono su YouTube una delle scene del loro film preferito. Ma per Sergej quella è l’ultima volta. 

‘Elizabeth Finch’ è il nuovo libro di Julian Barnes

Affascinante senza essere manipolatoria, rigorosa ma mai dogmatica, elegante seppure austera, irriducibilmente anticonvenzionale, eternamente sfuggente.

Questa è Elizabeth Finch, docente del corso di «Cultura e civiltà» al college. Il suo carisma e la forza delle sue idee sono destinati a segnare per sempre il modo di pensare dei suoi studenti. O almeno di uno di essi.

Il racconto

Questa è la storia che lui ci racconta. Ma, come direbbe Elizabeth Finch, «travisare la propria storia è parte dell’essere una persona». Il «Re dei Progetti Incompiuti», secondo la definizione della figlia adolescente, Neil si porta appresso un bagaglio di insuccessi lungo una vita: un’ambizione attoriale frustrata, due matrimoni falliti. Ma a quella prima lezione del corso di «Cultura e civiltà», tanti anni prima, il giorno in cui fece la conoscenza della docente Elizabeth Finch, Neil ebbe la sensazione di essere arrivato, per una volta, nel posto giusto.

Libero pensiero

Sobria nell’abbigliamento, esatta nel dire e cristallina nel pensare, fumatrice incallita e insofferente del comune sentire, Elizabeth Finch – EF per la classe – incuneò fin da subito il grimaldello del libero pensiero nelle quiete coscienze dei suoi studenti, mai trattati come «oche all’ingrasso» da infarcire di nozioni, ma coinvolti in un continuo processo socratico di collaborazione, spesso caustico ma mai sprezzante, e fatalmente fertilizzato dall’elisir del carisma.

Impossibile, per i discenti, non perdersi in congetture sulla sua inespugnabile vita privata e non restare colpiti dalle sue idee sulla Creazione: «Il mondo è male organizzato, perché Dio l’ha creato da solo. Avrebbe dovuto consultare qualche amico: uno il primo giorno, un altro il quinto, un altro il settimo, allora sì che sarebbe stato perfetto», sull’amore: «Esiste una parola più mistificante, abusata, fraintesa, più estensibile a livello di significati e di propositi, più contaminata dagli sputacchi di miliardi di lingue bugiarde, della parola “amore”? E c’è qualcosa di più scontato che lamentarsi di tutto questo?», sul pensiero unico: «Monoteismo. Monomania. Monogamia. Monotonia.

Niente di buono inizia con questo prefisso», o su ogni altra area del sapere e del sentire, antico e moderno. Odiarla o amarla, non c’è alternativa. Neil rientra da subito nella seconda categoria, e vi rimane per decenni dopo la fine del corso, sposando il suo metodo critico e infine facendosi carico del suo progetto incompiuto: quello sulla figura di Flavius Claudius Julianus, ovvero Giuliano l’Apostata, l’ultimo imperatore romano non cristiano, la cui sconfitta in battaglia determinò l’instaurarsi a Roma del monoteismo ai danni di tutte le altre religioni e dunque, a detta di EF, la chiusura della mentalità europea e la fine della gioia.

Neil ha ormai i capelli grigi quando si addentra nelle carte della sua antica maestra e forse amica, in cerca di verità mai svelate. Eppure Elizabeth Finch l’aveva avvertito fin dall’inizio: «Artificio, rigore, verità. Artificio non come opposto della verità ma spesso come sua manifestazione, ciò che lo rende irresistibile».

Tutti i particolari in cronaca, di Antonio Manzini

Descrizione

Antonio Manzini, il creatore dell’indimenticabile vicequestore Schiavone, entra nel catalogo del Giallo Mondadori con una storia serrata e sorprendente che si interroga sull’equilibrio tra legge e giustizia, e su ciò che saremmo disposti a fare pur di guarire le nostre ferite.

La corsa all’alba, la colazione al bar, poi nove ore di lavoro all’archivio del tribunale, una cena piena di silenzi e la luce spenta alle dieci: Carlo Cappai è l’incarnazione della metodicità, della solitudine. Dell’ordinarietà. Nessuno sospetta che ai suoi occhi quel labirinto di scatole, schede e cartelle non sia affatto carta morta.

Manzini nella sua narrazione incalza affermando che quei faldoni parlano, a volte gridano la loro verità inascoltata, la loro richiesta di giustizia. Sono i casi in cui, infatti, il tribunale ha fallito, e i colpevoli sono stati assolti “per non aver commesso il fatto” – in realtà per i soliti, meschini imbrogli di potere. Cappai, semplicemente, porta la Giustizia dove la Legge non è riuscita ad arrivare – sempre nell’attesa, ormai da quarant’anni, di punire una colpa che gli ha segnato la vita. Walter Andretti è invece un giornalista precipitato dallo Sport, dove si trovava benissimo, alla Cronaca, dove si trova malissimo.

Quando il capo gli scarica addosso la copertura di due recenti omicidi, Andretti suo malgrado indaga, e dopo iniziali goffaggini e passi falsi comincia a intuire che in quelle morti c’è qualcosa di strano. Un legame. Forse la stessa mano…

Sanremo 2024, gli artisti presenti

30 canzoni inedite, oltre alle consuete cover della quarta serata.

Come per l’edizione 2023, l’unica categoria in gara al 74° Festival della Canzone Italiana si chiama “Artisti”: i Giovani si sono sfidati il 19 dicembre nella Finale di Sanremo Giovani e 3 di loro hanno ottenuto un posto in gara tra i Big: Clara, i Santi Francesi e i Bnkr44. I titoli delle canzoni in gara sono stati annunciati da Amadeus durante la serata di Sanremo Giovani.

  • Alessandra Amoroso – “Fino a qui”
  • Alfa – “Vai!”
  • Angelina Mango – “La noia”
  • Annalisa – “Sinceramente”
  • BigMama – “La rabbia non ti basta”
  • Bnkr44 – “Governo Punk”
  • Clara – “Diamanti grezzi”
  • Dargen D’Amico – “Onda alta”
  • Diodato – “Ti muovi”
  • Emma – “Apnea”
  • Fiorella Mannoia – “Mariposa”
  • Fred De Palma – “Il cielo non ci vuole”
  • Gazzelle – “Tutto qui”
  • Geolier – “I p’ me, tu p’ te”
  • Ghali – “Casa mia”
  • Il Tre – “Fragili”
  • Il Volo – “Capolavoro”
  • Irama – “Tu no”
  • La Sad – “Autodistruttivo”
  • Loredana Berté – “Pazza”
  • Mahmood – “Tuta gold”
  • Maninni – “Spettacolare”
  • Mr.Rain – “Due altalene”
  • Negramaro – “Ricominciamo tutto”
  • Renga e Nek – “Pazzo di te”
  • Ricchi e Poveri – “Ma non tutta la vita”
  • Rose Villain – “Click boom!”
  • Sangiovanni – “Finiscimi”
  • Santi Francesi – “L’amore in bocca”
  • The Kolors – “Un ragazzo una ragazza”

‘Addio Michelle’, ritorna il cantautore Mimmo Parisi

Addio Michelle è il NUOVO SINGOLO di Mimmo Parisi, il quale ritorna alla musica dopo un periodo di lontananza da essa. La canzone è ispirata a una ragazza che ha appena intravisto durante l’estate. Con loro – lei era con il ragazzo e si stavano lasciando – ha scambiato solo poche parole; un incontro estivo come tanti.

Hanno argomentato vagamente di poche cose. Il cantautore ha letto negli occhi di Michelle, questo il nome della ragazza, l’inquietudine per quel loro amore che stava svanendo. Probabilmente ora lei, con l’inverno che nel suo cuore è giunto molto prima del 21 dicembre, è ritornata a Parigi o in qualche altra città francese. In Italia ha lasciato un incontro nemmeno tanto importante e una canzone, Addio Michelle.

Un aeroporto per salutarsi

L’aeroporto è un ‘non luogo’, se contemplato in una classificazione extra urbana o in quanto servizio, ma nella canzone in questione diventa teatro di una scena ultima. Chi rimane a terra contempla il cielo grigio il quale, man mano che la sera irrompe, s’inscurisce sempre più: portandosi definitivamente via Michelle e le illusioni che le facevano da ancelle.

Due esistenze hanno scelto di ripartire dal principio; probabilmente lei è diretta in Francia, spera in un altro domani. Lui rimane a terra, osserva fino all’ultimo la luce intermittente dell’aereo. Deve fare i conti con l’anima frantumata; anche per lui ci saranno novità nel futuro, ma al momento tutto quello che sa dire è, “Addio Michelle”.

Testo

Addio Michelle (Words and music by C. Parisi)

Il tempo fugge insieme a te
Che aspetti il volo delle tre
Lo vedo il taxi è fermo giù
È tardi spengo la tv
E non scordar le cose tue
Facciamo in fretta son le due
Addio Michelle buon viaggio e chissà
Ci si rivede in qualche città
Del mondo in giro come nei film
Sarebbe forte un sequel così
Ma Michelle
Per me tu eri Disneyland
La leggerezza del weekend
Ma questa vita a vol
te sai
Divide ed è successo a noi
Così tu voli nel tuo jet
Io guido solo verso est
Addio Michelle fra le nuvole
Non puoi vedere i miei rivoli
Di gocce e gli occhi fissi sul gate
Che ti ha rubata e spinta nel jet
Ma Michelle
Addio Michelle buon viaggio e chissà
Ci si rivede in qualche città
Del mondo in giro come nei film
Sarebbe forte un sequel così

Ma Michelle
Addio Michelle buon viaggio e chissà
Ci si rivede forse chissà
Buon viaggio buon viaggio
Bye bye
Bon voyage
Et adieu.

Migliori libri del 2021

Tempo di liste dei migliori libri del 2021. E anche quest’anno ad aprire le danze è la redazione di The New York Times Book Review, che ha selezionato i suoi “100 libri dell’anno”.

Quali, dunque, i romanzi, i saggi e le raccolte di poesie o racconti (uscite negli Usa nel corso del 2021) da leggere?

Ovviamente la selezione del supplemento settimanale del New York Times, la testata giornalistica più prestigiosa al mondo, tiene conto delle tendenze narrative (e non solo) del Paese in cui è redatta. Fatta questa premessa, entriamo nel dettaglio delle scelte.

Spazio a diversi nomi noti, a partire da Beautiful World, Where Are You, il nuovo romanzo di Sally Rooney, che uscirà in Italia per Einaudi nel 2022. E a Crossroads di Jonathan Franzen, uscito quest’autunno per Einaudi.

Vince Nemmeno il tempo di un abbraccio, romanzo

Universolibero2021, il romanzo vincitore

La voce di M. Parisi vince al Talent online Universilibero2021. Il concorso letterario indetto il 2020 era stato rimandato causa Covid-19. “Nemmeno il tempo di un abbraccio” (PlanetEdizioni) è giunto prima, con un certo distacco sugli altri titoli partecipanti, grazie ai lettori online che lo hanno visitato più volte.

Il tema principe delle sue pagine è la stagione del coronavirus che vede due sedicenni impegnati in una lotta che non si aspettavano. Nella storia ci sono personaggi intensi, un’amicizia che si trasforma in qualcosa di molto più profondo. Alla fine, un racconto di resilienza e amore che celebra la forza della rinascita in ogni caso. Anche contro un virus.

Un sentimento disposto a sopportare tutto; e quando è perfino bruciato, riesce a lasciare comunque una cenere diversa: che ricorda la voglia di esserci ad ogni costo.